Evergrande e la bolla immobiliare

La Evergrande era ritenuta, fino a poco tempo fa, troppo grande per fallire (utilizzando un termine tecnico “too big to fail”). Ora che la bolla immobiliare cinese sta per scoppiare, la società continua ad agonizzare, a causa dell’assenza di adeguate misure di controllo e di una politica inadeguata.

la bolla immobiliare del mercato Cinese ed Evergrande - cinesespresso.it
La situazione di Evergrande getta luce sulla bolla speculativa del mercato immobiliare in Cina. Foto via Pixabay.

Il fallimento della cessione a Hopson Development Holdings

Il recente annuncio alla Borsa di Hong Kong dell’interruzione dell’operazione di cessione della maggioranza della sua divisione di servizi immobiliari a Hopson Development Holdings che avrebbe garantito a Evergrande una iniezione di liquidità per 2,6 miliardi di dollari fa tremare ancora i mercati.

Analisti e operatori stanno cercando di capire quanti e quali investitori istituzionali si siano esposti ai titoli di Evergrande e per quali cifre. La preoccupazione cresce perché, dopo la pandemia, il propagarsi sui mercati globali degli effetti di una nuova crisi finanziaria sarebbe davvero un colpo durissimo.

In molti credono che la portata di un crack dell’azienda non sia abbastanza ampio da rappresentare una minaccia globale, ma ciò potrebbe non escludere perdite significative per alcuni nomi illustri del mondo della finanza.

Punti in comune con il caso Lehman Brothers

La Lehman Brothers potrebbe perdere, dopo soli 13 anni, il suo primato nella storia dei più grandi fallimenti bancari mai avvenuti. Tuttavia, la situazione attuale è un po’ differente rispetto ai fatti del 2008.
Sussistono, tuttavia, dei punti in comune, primo tra tutti la completa assenza di regole guida nella gestione del rischio per le banche di investimento. In secondo luogo, i problemi di vigilanza dei regolatori e l’assenza di adeguati presidi per scongiurare distorsioni del mercato.

Le origini della bolla immobiliare speculativa

Le ragioni di questa bolla immobiliare speculativa sono diverse rispetto al caso Lehman Brothers. La totale chiusura della Cina ai mercati stranieri ha spinto i risparmiatori cinesi a investire in massa nel mattone. Le banche (non quelle d’affari ma quelle di investimento, in cui i privati depositano i propri risparmi, per intenderci) li hanno seguiti, cercando di cavalcare una bolla del mercato immobiliare residenziale, in continua espansione.
Alcune fonti riportano dati che indicano un livello di indebitamento per i mutui immobiliari pari al 62% del Pil cinese. Si sa che, come in tutte le bolle speculative, questi debiti non sono stati contratti per l’acquisto di immobili già realizzati, ma per pagare anticipi per circa un milione e mezzo di abitazioni ancora da costruire, nella speranza di rivendere l’immobile su carta, guadagnando una plusvalenza sul valore dell’immobile una volta ultimato.

L’intervento tardivo delle autorità

A questo punto il governo cinese è intervenuto calmierando i prezzi degli immobili e limitato l’indebitamento degli sviluppatori immobiliari. Ma era già troppo tardi.

I limiti all’indebitamento imposti dalle autorità (le tre linee rosse, come abbiamo visto in questo articolo) hanno obbligato la società a vendere (o svendere) alcune linee di business, abbassando ulteriormente i valori e scatenando una crisi di liquidità.

I prezzi del mercato residenziale sono crollati, trascinando con sé i costruttori, che non sono stati più in grado di ripagare i loro debiti.

Gli appaltatori hanno iniziato ad intentare azioni legali nei tribunali cinesi a causa della concreta possibilità di non essere pagati per il proprio lavoro e gli investitori sono sempre più ansiosi perché non ci sono certezze sulla capacità di Evergrande, oltre che di molte altre imprese del comparto, di continuare ad onorare i propri debiti.

Numerose società, prestatrici di denaro ad Evergrande, nonché a tutto il settore immobiliare, hanno iniziato a chiedere ai loro debitori di ripagare il debito, per evitare di essere contagiate da un potenziale fallimento.

Per esempio, uno dei principali gruppi assicuratori della Cina, Ping An, ha denunciato di avere un’esposizione rispetto al settore immobiliare per 8,3 miliardi di euro.

Previsioni per il futuro

Con centinaia di migliaia di acquirenti di proprietà in costruzione, potenzialmente a rischio di perdere i depositi che hanno pagato su case che non sono ancora state costruite, Evergrande potrebbe facilmente avere un impatto economico negativo sul territorio, con danni collaterali a catena su tutta quanta l’economia cinese, se si dimostrasse incapace di gestire la sua eccezionale quantità di debiti in modo efficace.

Evergrande, senza l’operazione di cessione a Hopson Development Holdings, resta la società più indebitata al mondo.

In una nota alla Borsa, Evergrande ha comunicato che “farà del suo meglio per negoziare il rinnovo o la proroga dei suoi prestiti o altri accordi alternativi con i suoi creditori, viste le difficoltà, le sfide e le incertezze nel migliorare la sua liquidità, non vi è alcuna garanzia che il gruppo sarà in grado di adempiere ai propri obblighi finanziari ai sensi dei relativi documenti di finanziamento e altri contratti”. Quasi preannunciando il proprio fallimento.

Possibili mosse del governo

Resta ora da vedere cosa sceglierà di fare il governo cinese. Non è affatto chiaro se la Cina si muoverà per salvare Evergrande.

Le autorità potrebbero prendere provvedimenti e decidere un salvataggio all’ultimo secondo, per evitare il crollo di un colosso immobiliare ed i suoi inevitabili effetti dannosi sul mercato e per cercare di mantenere appetibile il mercato per gli investitori stranieri, già piuttosto contrariati dalle eccessive regolamentazioni e dall’onnipresenza statale.

Certo è che, in caso di liquidazione, le attività immobiliari cinesi vedrebbero probabilmente grandi svalutazioni. Questo è esattamente ciò ha gli investitori in altre società immobiliari che investono in Cina, nonché tutte le regioni circostanti, osservano molto da vicino.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.