Il Mandarino (ovvero il dialetto di Pechino) è stato scelto come standard per la lingua Cinese parlata, viene insegnato nelle scuole di tutta la Cina ed ha raggiunto sempre maggiori livelli di diffusione negli ultimi anni, sia per via dell’esponenziale aumento di studenti stranieri che scelgono questa come seconda lingua, che per via della diffusione di contenuti multimediali online e tramite i mass media tradizionali. Tralasciando i non-madrelingua, oggi si stima che tutti gli abitanti della Cina, assieme al loro dialetto locale, sappiano parlare il Mandarino. Una così vasta diffusione per una lingua, comporta naturalmente che il grado di scorrevolezza del linguaggio vari significativamente da regione a regione. Pochissime persone nel Sud della Cina sono capaci di riprodurre il tipo di Mandarino parlato in televisione o nei film, essendo da secoli abituati a parlare il Cantonese, lingua che possiede vocaboli e toni radicalmente diversi dal Cinese standard e per questo, molto spesso, tendono ad accentare ogni sillaba; di conseguenza, il tono neutro del Cinese Mandarino è praticamente assente dal loro modo di parlare. Diversamente, le popolazioni del Nord della Cina hanno l’abitudine di non pronunciare l’accento di alcune specifiche particelle e delle ultime sillabe di certe parole composte. Quindi dal mancato uso del tono neutro, che viene sempre utilizzato nell’ultima sillaba di una parola composta, si può capire se colui che parla è del Sud della Cina; accentare questa sillaba non è un grave errore, perché non causa confusione in colui che ascolta né genera equivoci, ma indica la provenienza del parlante.
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