Essere omosessuale in Cina è da sempre stato drammatico, perché l’omosessualità in Cina nei tempi moderni è stata considerata un crimine fino al 1997.
L’omosessualità nella Cina contemporanea
L’omosessualità in Cina nei tempi moderni, è stata considerata una forma di vandalismo, ed ancora oggi sono molti i pregiudizi e gli oppositori alle unioni omosessuali in Cina.
In molte zone della Cina c’è la convinzione che l’omosessualità sia una malattia mentale curabile con pratiche come, per esempio, l’elettroshock.
Soltanto nel 2001 l’omosessualità in Cina è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali anche se, tuttora, molti cinesi, anche tra i giovani, credono che essere omosessuale in Cina dipenda principalmente da un fattore genetico, che rende la persona “mentalmente deviata”.
Moltissime persone LGBT della nazione vivono a Shanghai, una città estremamente liberale, aperta e cosmopolita, in cui è facile restare anonimi. La questione è diversa per chi vive nella provincia. Lontano dalle luci delle grandi città la Cina è ancora una società molto conservatrice dove il conformismo è considerato un valore. Serve un enorme coraggio per uscire fuori dal comportamento tenuto dal cinese medio.
Ma non è sempre stata questa la situazione degli omosessuali nella Cina.
Per molti secoli il la società cinese è stata molto tollerante nei confronti dell’omosessualità tanto da poter rivaleggiare con le antiche società romane e greche soltanto di recente con la guerra civile la salita al potere dei comunisti e soprattutto con l’entrata in vigore della politica del figlio unico nel 1979 la società cinese ha cambiato totalmente la sua attitudine verso le persone omosessuali.
Soltanto nei tempi recenti negli ultimi 10-15 anni vediamo che la situazione sta lentamente cambiando e le persone omosessuali stanno ricominciando ad appropriarsi del loro posto all’interno della società ed a manifestare abbastanza apertamente la loro identità sessuale.
Nonostante questo, le coppie gay in quanto tali non possono usufruire dell’assicurazione sociale statale, di cure mediche, della pensione, non possono adottare figli, né essere proprietari di una casa.
La pietà filiale si scontra con l’essere omosessuale in Cina
Per le famiglie cinesi è estremamente importante proseguire la propria stirpe per tenere fede ai propri impegni morali di pietà filiale. È una priorità per tutti i genitori nel momento in cui i propri figli si sposano. I genitori hanno cresciuto il proprio figlio per questo, perché è il momento che hanno aspettato per tutta la vita. Alcuni di loro hanno risparmiato tutta la vita per potersi permettere il matrimonio. Questo passaggio viene considerata la responsabilità principale di ogni genitore. E quello che viene chiesto alle nuove coppie è esattamente questo: portare avanti la discendenza della famiglia.
La questione è che ci sono all’incirca 15 milioni di omosessuali in Cina, e l’80% di loro sarà di fatto costretto, dalla propria educazione oppure dai genitori, in un matrimonio con una persona del sesso opposto per la quale non provano attrazione né che amano.
Il motivo per cui queste persone si sposeranno è che loro, per prime, credono nella pietà filiale, e nel fatto che non sposarsi e non avere figli sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei genitori.
Pur di accontentare i loro genitori, i giovani cinesi omosessuali sono disposti a sposare un’altra persona del sesso opposto. Tutto questo con la sola finalità di non deluderli non far perdere loro la faccia con familiari e parenti.
La prima campagna di sensibilizzazione in Cina
Dichiarare di essere omosessuale in Cina, come abbiamo visto, è estremamente difficile perché significa anche deludere i propri genitori, non dare loro la possibilità di diventare nonni e non consentire al cognome di famiglia di essere tramandato. Essere cinesi ed essere stati educati secondo i principi confuciani della pietà filiale, significa essere obbligati a contraccambiare l’amore e le cure ricevute dai genitori portando avanti il cognome di famiglia.
Soltanto nel 2015 veniva lanciata in Cina la prima pubblicità con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle persone omosessuali. Il video, dal titolo “Ritorno a casa”, racconta la storia di un ragazzo omosessuale e della sua difficoltà nel farsi accettare dai propri genitori.
Questo il link al video.
Riassumendo brevemente: la storia narrata inizia con il protagonista che, avendo passato l’esame di maturità con il massimo dei voti ha accesso ad una delle migliori università del paese, rendendo i genitori estremamente fieri di aver cresciuto un ragazzo capace di assolvere i suoi doveri di figlio.
Tuttavia, anni dopo, il ragazzo dichiara ai genitori di essere omosessuale. La dichiarazione spinge i genitori, in preda alla rabbia, a tagliare ogni contatto con lui, per poi riappacificarsi.
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