I giovani buddhisti

Un altro tipo di persona che non troverai su nessuna app di appuntamenti sono gli “eremiti dei nostri giorni”, altrimenti detti “giovani buddhisti”.

La sottocultura dei "giovani buddhisti"
Lo sviluppo della sottocultura dei “giovani buddhisti” è dovuto a pressioni sociali estremamente difficili da sopportare.
Foto di Honey Kochphon Onshawee da Pixabay

Molti millennials cinesi già si identificano come perdenti, come 屌 丝 diǎosī, oppure si fanno chiamare anche “giovani buddhisti” . Tutti soprannomi descrivono una certa passività e disimpegno dall’ambiente estremamente competitivo che c’è in Cina.

Una nuova sottocultura

Quella dei “giovani buddhisti” è una sottocultura Cinese che si è sviluppata di recente. Il gruppo è costituito da persone giovanissime che, un po’ perché costretti a fronteggiare il rischio di fallimento in molti ambiti della propria vita, un po’ per spirito di sopravvivenza, decidono di prendere la vita con filosofia e di viverla pacatamente, accettandola per quella che è. Lo scopo che questi giovani perseguono è quello di mantenere un modo di pensare indifferente e tranquillo, al fine di far fronte alle crescenti pressioni sociali a cui sono sottoposti.

Il termine è diventato virale dopo che un popolare articolo di WeChat ha utilizzato il termine per descrivere la generazione di Cinesi nata dagli anni ’90 in poi.

Cosa significa essere “giovani buddhisti”

Ciò che i “giovani buddhisti” cercano sono estrema disconnessione e isolamento dal resto della società, tanto da diventare praticamente invisibili. Questo fenomeno è innescato da un sovraccarico di responsabilità e quando la pressione diventa insopportabile, si innesca un meccanismo di autodifesa e la persona si allontana e si disconnette dalla società in una sorta di esilio autoimposto.

Dopo un lungo distacco dalla società, le loro abilità sociali diminuiscono e ciò influisce sulla loro capacità di trovare lavoro. Ciò ha un effetto domino nella situazione dei giovani che restano finanziariamente dipendenti dalla famiglia e dagli amici, senza lavoro e senza guida. Questo non solo significa che i giovani buddisti non lasciano mai il nido o maturano, ma hanno molte meno probabilità di avere relazioni a lungo termine, sia romantiche che basate sull’amicizia.

Il mondo sentimentale moderno: così interconnesso e così distaccato

Sembra contro intuitivo che in un mondo così impegnato e interconnesso come il nostro, ora siamo più soli che mai.

Erbivori, diǎosī, giovani buddhisti, rami spogli: queste etichette auto-attribuite sono tutti meccanismi di sopravvivenza che aiutano gli uomini cinesi a gestire pressioni schiaccianti. Essere un diǎosī, oppure un giovane buddhista, non rende la vita migliore, la rende semplicemente sopportabile.

Purtroppo, a meno che i single cinesi non causino gravi agitazioni e disagi al governo di Pechino, saranno probabilmente lasciati a languire da soli con scarso aiuto da parte dello stato.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.