Secondo molti linguisti, contrariamente a quanto pubblicato nel post precedente, il Cinese non ha neanche lontanamente tutte le “carte in regola” per prendere il posto dell’inglese né come lingua commerciale né come forma di comunicazione globale e le ragioni che sottendono a questa affermazione sono diverse:
Innanzitutto, secondo i detrattori del Cinese Mandarino come lingua globale, la vera difficoltà nell’apprendimento sta nel fatto che alcuni caratteri sono ancora dei disegni, delle immagini, che rappresentano concetti oppure oggetti fisici, categorizzabili, quindi, come veri e propri geroglifici.
Tuttavia, al contrario della scrittura Egizia, definibile come geroglifica avanzata, perché si era evoluta nel tempo collegando un fonema ad ogni carattere; in Cinese Mandarino non esiste un alfabeto: il vocabolario è composto da singoli caratteri corrispondenti ad una sillaba, i quali devono, obbligatoriamente, essere imparati a memoria. In aggiunta, come se tutto ciò non fosse sufficiente, occorre saper padroneggiare almeno 5.000 caratteri per essere in grado di parlare un Cinese Mandarino fluente.
Il fatto che il Cinese sia la lingua più parlata al mondo, secondo i detrattori della teoria del Mandarino come lingua franca, è soltanto una pura questione demografica, essendo questa nazione il paese il più popoloso al mondo (al momento) con 1,4 miliardi di persone; pertanto, la sua diffusione non sarebbe quindi indice dell’ ampliarsi su scala globale dell’influenza della Cina nei confronti di altre nazioni, specialmente quelle limitrofe, ma semplicemente una conseguenza delle continue nascite interne al paese combinate con una minore mortalità dovuta al lento ma progressivo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Per finire, l’attitudine mentale Cinese, piuttosto chiusa e volta a preservare le relazioni sociali dell’individuo soltanto entro una ristretta cerchia di persone selezionate, anche a causa di forti scossoni politici e sociali quali sono stati “il Grande Balzo in Avanti” e la “Rivoluzione Culturale” è forse l’ostacolo più grande da sormontare per “aprire” la lingua Cinese al mondo e farla diventare la lingua-franca del futuro.
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