Il Grande Balzo in Avanti

Una foto del 1958, periodo del Grande Balzo in Avanti - di Orlent'Adicta via Flickr con licenza CC BY 2.0
Una foto del 1958, periodo del Grande Balzo in Avanti – di Orlent’Adicta via Flickr con licenza CC BY 2.0

Uno dei periodi più tumultuosi per la Cina, è stato sicuramente quello che va dal 1958 al 1971, poco più di un decennio di storia. Nessuno, o quasi, ne parla. Eppure si avviarono piani, progetti, campagne e movimenti politici che hanno toccato almeno il 40% di quel miliardo e 300 milioni di cinesi che ad oggi vivono nella madrepatria.
Ricostruendo i fatti con ordine; quello che avvenne dopo la fine della guerra civile tra Partito Comunista e Guomindang, fu una rapida presa di coscienza da parte dei vincitori che la produzione agricola della Cina era insufficiente per sostentare la popolazione urbana in rapidissima crescita, che si stava accalcando nelle periferie delle aree industrializzate; divenne quindi una priorità altissima per il PCC trovare metodi per sfamare questa larga parte della popolazione.
La Cina si imbarcò quindi nel programma del “Grande Balzo in Avanti” o 大跃进 – Dàyuèjìn (1958-60), così infatti venne chiamato il programma che risultò essere, in termini di vite umane perse, uno dei più grandi esperimenti economici fallimentari nella storia dell’umanità.
Il programma prevedeva di favorire un massiccio incremento delle Comuni agricole trasferendo più o meno forzatamente centinaia di migliaia di persone dalle periferie urbane alle campagne, coinvolgendoli in ciclopici progetti per la costruzione di dighe o canali di irrigazione.
Nella visione dell’allora presidente Mao, lo zelo rivoluzionario e lo sforzo unito del popolo poteva superare qualsiasi ostacolo e trasformare il territorio Cinese in un paradiso di produttività.
Il Governo tentò anche di abolire la carta moneta e la proprietà privata, e sollecitò i cittadini a costruire fornaci casalinghe per sciogliere in autonomia i metalli ed incrementare così la produzione di acciaio, di cui la Cina di allora aveva disperato bisogno.
Per sopperire alla mancanza di ferro, fu ordinato ai contadini di fondere strumenti da lavoro, teiere e stoviglie, anelli ed ogni effetto personale che contenesse il prezioso metallo.
Nonostante l’entusiasmo con il quale venne lanciata questa campagna, pochissime persone aderirono volontariamente al trasferimento in zone rurali, molti contadini persero tempo ed energie impegnandosi a costruire e mantenere una fornace casalinga piuttosto che lavorare nei campi mentre altri furono costretti a fondere i loro attrezzi da lavoro, per poi scoprire che il metallo così ottenuto era, fondamentalmente, inutile; aggiungendo a questi fattori condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli (1959( ed il ritiro degli aiuti finanziari provenienti dall’Unione Sovietica (1960), ne risultò un raccolto magrissimo ed una successiva catastrofe alimentare: è stato stimato che circa 30 milioni di Cinesi morirono di fame durante quegli anni.
Il fallimento del Grande Balzo in avanti portò Mao Zedong alle dimissioni da Capo di Stato, mentre mantenne il suo ruolo a capo del Partito Comunista.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.