Investimenti Cinesi in Europa

Le torri di banche e società finanziarie offuscate dalla coltre di smog svettano nel quartiere economico-finanziario di Shanghai.
Le torri di banche e società finanziarie offuscate dalla coltre di smog svettano nel quartiere economico-finanziario di Shanghai, simbolo di potere delle singole società.

Il flusso di investimenti dei capitali Cinesi si sta dirigendo verso ogni continente e si concentra in molteplici settori, focalizzandosi soprattutto sull’acquisizione di know how e di competenze specializzate; è tuttavia interessante dare un’occhiata più da vicino a quello che accade in Europa, quando i paesi membri vengono raggiunti da funzionari del Paese di Mezzo manovratori di ingenti capitali: da più di due anni i politici Cinesi in visita nell’Unione Europea ribadiscono il loro interesse ad impiegare le ingenti somme dei fondi della Repubblica Popolare acquistando debiti sovrani dei paesi Europei in crisi, allettati dalla possibilità di guadagnare facilmente influenza politica.

Questa è stata una promessa fatta a Grecia, Spagna, Portogallo ed in ultimo, il mese scorso, anche all’Italia, quando il premier Cinese rivolto a quello Italiano ha manifestato la volontà di investire in Italia auspicando di trovare una nazione maggiormente “business friendly” rispetto a quella attuale. Tuttavia, poco è stato attuato di queste promesse e piani di investimento: il fondo sovrano Cic e la Banca Centrale Cinese detengono infatti, per la maggior parte del patrimonio che gestiscono, dollari Statunitensi, avendo scelto di investire sul debito sovrano Americano, con obbligazioni e titoli di stato. La seconda valuta preferita dai Cinesi è lo yen, del vicino Giappone, e solo al terzo posto si colloca l’Euro, dove, tuttavia, gli unici a beneficiare significativamente dei fondi Cinesi sono Francia e Germania. Per molto tempo sono stati attesi investimenti Cinesi in titoli di stato Italiani, con scarso esito. Sicuramente i fondi sovrani del “Paese di Mezzo” non sono una panacea contro ogni male, ma sarebbero comunque in grado di dare un impulso all’economia Italiana in stagnazione: le misure di austerità intraprese dal governo Italiano, restringendo i consumi interni ed indebolendo la domanda, lasciano spazio alla ripresa solo grazie al traino degli investitori e della domanda internazionale.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.