Quali sono stati i primi passi de la campagna anti corruzione cinese
Riagganciandoci al caso di Guo Guangchang, amministratore delegato di Fosun International Ltd. ed undicesimo uomo più ricco della Cina, non possiamo non riportare anche la sparizione, soltanto cinque giorni dopo, di Zhou Chengjian, amministratore delegato e fondatore della catena di abbigliamento Metersbonwe di Shanghai. Il fatto ha provocato non poco sconcerto nei mercati azionari, e l’azienda, quotata alla borsa di Shanghai, ha dovuto sospendere il titolo. Anche questa situazione pare essere collegata alla campagna anti corruzione lanciata a partire dai primi mesi del 2015 dal Governo Cinese.
Le tre fasi della Campagna anticorruzione Cinese
La campagna anti corruzione cinese, pensata dai vertici del partito per combattere malcostume e corruzione, è suddivisa in tre fasi consecutive: la prima mira a colpire politici e manager pubblici corrotti, permettendo così al partito di liberarsi di leader politici incompetenti e disonesti, la seconda estende l’area d’indagine al settore privato ed alle grandi aziende finanziarie, mentre la terza punta a far diventare l’integrità e l’incorruttibilità parte integrante ed indissolubile del comportamento del popolo Cinese, partendo dal riservare punizioni esemplari a chi delinque, qualunque sia la sua carica o posizione.
Già il 26 Giugno 2015, durante una sessione di studio collettiva del Politburo, il presidente Cinese, Xi Jinping, ha evidenziato l’importanza di leggi e regolamenti per assestare un duro colpo alle pratiche di corruzione estremamente diffuse in Cina. Secondo Xi, la Cina ha fatto grandi passi avanti nella lotta alla corruzione, ma sono ancora molti i problemi da affrontare. Il Presidente ha aggiunto che, nonostante lo scetticismo intorno alla sua campagna per cambiare il paese, questa non si fermerà, ma, al contrario, dopo essere stata potenziata da leggi e regolamenti ad hoc, è partita con inchieste ad ampio raggio che si sono occupate inizialmente del settore pubblico.
I primi risultati nelle maxi inchieste volute da Xi Jinping
I primi risultati conseguiti sono stati l’incriminazione di importanti manager pubblici quali Zhou Yongkang, membro della 17° Commissione Permanente del Politburo e Segretario della Commissione Centrale Giuridica e Politica dal 2007 al 2012, con una folgorante carriera nel settore petrolifero alle spalle. Zhou ora è in prigione a vita per corruzione, abuso di potere e violazione del segreto di stato.
Un altro eminente politico incriminato è stato Xu Caihou, generale dell’Esercito di Liberazione Popolare Cinese e Vicepresidente della Commissione Militare Centrale, l’organo militare più importante del governo centrale, che dopo essere andato in pensione nel 2013, è stato indagato l’anno successivo per corruzione, per poi essere riconosciuto colpevole di aver favorito la promozione di ufficiali suoi subordinati mentre era Vicepresidente della Commissione Militare Centrale. Le accuse a suo carico sono però cadute quando Xu è deceduto a Marzo 2015.
Ora, la maggior parte dei quadri dirigenti nel settore pubblico ha paura di essere incriminata per corruzione e temono più di ogni altra cosa il nome di Wang Qishan, l’uomo a capo della Commissione Centrale per Ispezioni Disciplinari. Un nuovo modo di dire in diffuso in Cina in questo periodo è: “i dirigenti preferirebbero fronteggiare il diavolo in persona piuttosto che Wang”.
D’altra parte, i metodi d’indagine di Wang sono stati uno dei cardini del successo della politica anti corruzione voluta da Xi Jinping. Wang ed il suo team hanno elaborato metodi molto creativi per identificare potenziali dirigenti corrotti, coinvolgendo anche i cittadini, incoraggiandoli per esempio a fare foto a politici e manager pubblici colti in atti che possono essere soggetti a corruzione, come mangiare in ristoranti costosi o fare acquisti in boutique lussuose.
La svolta nelle indagini dopo la crisi dei mercati finanziari
Dopo la crisi dei mercati finanziari Cinesi, che ha colpito pesantemente la borsa di Shanghai a partire da Agosto 2015, le indagini del governo si sono estese anche al settore privato, per sospetti che il pessimo andamento del mercato azionario fosse dovuto a pratiche irregolari ed insider trading.
Dallo scorso Ottobre, il team della commissione disciplinare di Wang Qishan, ha dato inizio ad una serie di indagini sui maggiori fondi azionari Cinesi, che ha portato gli inquirenti a scoprire rapporti poco trasparenti tra questi fondi, agenzie di intermediazione bancaria, politici ed imprenditori del settore privato. Proprio per fare luce su questa commistione di interessi e corruzione, gli inquirenti hanno ritenuto opportuno interrogare manager di grandi aziende private, che, per le loro conoscenze, sono stati considerati in grado di dare un significativo impulso alle indagini, fornendo informazioni preziose, come è successo nel caso di Guo Guangchang.
Sicuramente, se le riforme contro la corruzione saranno efficacemente implementate, sussisteranno le basi per una governance integerrima già a partire dal 2020, tuttavia, i metodi di indagine della polizia Cinese dovranno assolutamente cambiare, e diventare più trasparenti, se la Cina spera di vedere risollevarsi il proprio mercato azionario.
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