Shàngshū yì jì, libro dei documenti

Il libro dei documenti

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Il Libro dei Documenti, lo Shàngshū, è una raccolta di documenti relativi agli eventi della storia della Cina antica, di fatto, è una raccolta di informazioni tratte dagli antichi archivi reali cinesi. Esso è uno dei più importanti classici confuciani, uno dei libri principali per lo studio dei precetti del Confucianesimo per le generazioni passate. Si tratta di un libro molto antico, ed è la prima raccolta di documenti storici in Cina.

Un libro compilato da Confucio

Secondo la leggenda, il libro dei documenti è stato compilato da Confucio stesso. Nei suoi ultimi anni di vita, Confucio concentrò le sue energie sulla selezione di classici antichi, creando la più antica antologia reale in Cina, nonché la prima raccolta di antichi documenti storici e alcune opere che raccontano antiche gesta in Cina. Egli raccolse alcuni importanti materiali storici delle dinastie Xia, Shang e Zhou, in particolare della dinastia dei primi Zhou occidentali. Dopo un’attenta revisione, selezionò 100 articoli. Secondo la leggenda, dopo che Confucio compilò questo testo, lo usò come materiale didattico per educare i suoi studenti.

Evoluzioni del libro

Il libro è stato poi successivamente unito ad un secondo, lo 益稷 Yìjì, diventando così lo Shàngshū yì jì.

Questo libro è molto interessante perché contiene i primi manoscritti che documentano la diffusione dei concetti legati al numero “cinque” e alla sua centralità, oltre che di canoni legati alla teoria dei cinque colori e del loro uso nella Cina antica.

I racconti del “Libro dei Documenti”, lo “尚书·益稷” (Shàngshū yì jì) narrano le vicende del leggendario imperatore 舜 Shùn, capo della tribù Dongyi, del re 禹Yǔ, primo monarca della dinastia Xià (per saperne di più sulle dinastie regnanti dell’antica Cina, consulta questo post), e di 皋陶 Gāo Yáo, il ministro della giustizia.

Le storie narrate nel libro

Secondo la leggenda, Yǔ aiutò l’imperatore Shùn ad implementare un efficace controllo delle acque su tutto il territorio, e, con l’appoggio dei contadini, insegnò a tutti i suoi seguaci come coltivare la terra.

Il libro riporta principalmente i dialoghi tra l’imperatore Shùn e Yǔ. Inizialmente, il merito di Yǔ era quello di aver insegnato alla popolazione a gestire le proprie risorse idriche in autonomia, ed allo stesso tempo di aver sottolineato all’imperatore la necessità di prestare attenzione all’economia nazionale ed al sostentamento della popolazione. Da qui, le discussioni con il monarca e con il primo ministro.

Yǔ ammonisce Shùn, per via della sua arroganza e dissolutezza, consigliandogli di non conquistare con la forza, ma influenzare con la virtù i regni e le tribù vicine. Shùn consiglia ai suoi sudditi di non mostrare un’obbedienza di facciata al proprio signore, dicendo che ciascuno deve essere responsabile delle proprie azioni e dichiarare apertamente i propri errori.

Il libro documenta la grande cerimonia con canti e balli che si tenne una volta che la discussione tra i tre protagonisti finì, così come la gioia provata da Shùn e Gāo Yáo nello scriversi e recitarsi poesie a vicenda, e conclude con l’impegno da parte di tutti i protagonisti di fare del proprio meglio per migliorarsi e di impegnarsi a fondo per essere un esempio.

La prosperità della prosa nei periodi delle Primavere e degli Autunni e dei Regni Combattenti ne fu l’eredità e lo sviluppo.

Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.