Lo sviluppo della Belt and Road Initiative

La Belt and Road Initiative va avanti
La belt and road initiative è da considerarsi solo un accordo commerciale o anche politico?
La “Belt and road initiative” come accordo commerciale ed anche politico. Foto via Pixabay.

Abbiamo accertato che cosa si intende con “Nuova via della Seta”, altrimenti definita dal governo Cinese “Belt and road initiative” (abbreviato in BRI). Il 23 marzo 2019 Cina ed Italia hanno firmato un memorandum d’intesa per l’implementazione del programma BRI. La firma di questo documento ha avuto rilevanza di carattere internazionale per un motivo fondamentale: l’Italia è stata il primo paese membro dei G7 a sottoscrivere l’accordo con la Repubblica Popolare Cinese.

Il secondo forum della Belt and Road Initiative

Tra il 26 ed il 28 aprile il premier Conte, unico leader di governo appartenente ai paesi del G7, si è recato a Pechino per partecipare al secondo forum della Belt and Road Initiative.

Quello che è sembrato abbastanza evidente, per lo meno ai miei occhi, è che l’Italia non abbia pienamente afferrato la portata colossale del patto che ha sottoscritto e le sue implicazioni a livello geopolitico mondiale. Osservando il Premier Conte a Pechino, sembrava che egli fosse lì per cercare di capire meglio quali siano le intenzioni di Xi Jinping. Il presidente Cinese, dal canto suo, si è prodigato in rassicurazioni a 360 gradi, più rivolte a Washinton che ai propri partner commerciali, preoccupato per una potenziale guerra di dazi da parte degli Stati Uniti (ed il perché lo vedremo qui sotto).

Gli Stati Uniti si contrappongono all’iniziativa della BRI 

I media cinesi hanno celebrato la sottoscrizione del memorandum da parte dell’Italia, così come la partecipazione di un paese membro del G7 al forum sulla BRI alla stregua di una vittoria eccezionale, uno “schiaffo diplomatico” agli Stati Uniti. Per capirlo basta qualche ricerca su Baidu (il motore di ricerca Cinese equiparabile a “Google”).

Baike Baidu (la “Wikipedia” Cinese), trionfalisticamente, scrive:

“Nonostante le pressioni, gli Stati Uniti non possono fermare la defezione dell’Italia, che si unisce al programma Belt and Road. Si può dire che questo sia il più grande passo avanti nella diplomazia cinese finora fatto durante tutto quest’anno. Dal lancio dell’iniziativa, oltre 130 paesi o organizzazioni internazionali hanno firmato un memorandum d’intesa.

Tuttavia, la vera forza dominante globale, vale a dire i paesi che compongono i “G7”, hanno resistito. La ragione principale è l’ostruzionismo degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti reputano la Cina un concorrente strategico, quindi stanno cercando di bloccare l’iniziativa della BRI, dato che non gradiscono la cooperazione tra questi paesi e la Cina. Ciò nonostante, l’Italia è entrata a far parte della grande famiglia della “Belt and Road Initiative” e questo ha segnato una svolta epocale.

La Belt and Road Initiative come progetto politico

Il fatto è estremamente significativo, perché implica che anche la più stretta cerchia di amici ed alleati degli Stati Uniti considera strategica la cooperazione con la Cina a livello economico.

Questo dimostra anche che la strategia di contenimento dell’economia Cinese a livello globale implementata dagli Stati Uniti è oramai distrutta. Da ora in avanti la Nuova via della Seta riceverà sempre maggiori impulsi per conquistare spazi di sviluppo più ampio. (Fonte: https://bit.ly/2IOnfvW)

Interessante no? Quelli che sembravano semplici accordi commerciali per noi Italiani, assumono invece una piena e profonda valenza politica dal punto di vista dei Cinesi. E ciò che è importante sottolineare è che l’hanno sempre avuta ma, a mio avviso, sono stati in pochi a notarla.

Cosa ne pensano invece i Cinesi della nostra nazione? Lo scopriremo nel prossimo post!

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.