Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia

Lu Yang nel padiglione Cinese “Other Future” alla 56° Biennale di Venezia “All the world’s futures”

Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia
Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia: Nella foto appaiono delle auree da passeggio sorrette da cavalletti, sono la sua opera “walking nimbus”

Il padiglione Cinese della Biennale di Venezia, intitolato “Other Future”, riserva molte sorprese, tra cui le opere della giovane Lu Yang, artista di 31 anni, di Shanghai, che presenta due opere: le sue “auree da passeggio”, l’opera si chiama infatti “walking nimbus” (tradotto in Italiano come “aureole in cammino”).
Nell’immaginario religioso antico, l’aurea veniva usata da pittori e scultori per simbolizzare il divino, la saggezza, l’illuminazione e la santità degli dei, ricoprendo un ruolo un po’ analogo alle aureole per i Cristiani.
La presenza dell’aurea era importante per l’osservatore, spesso con un basso grado di educazione, per distinguere a prima vista gli Dei da umani ed altri esseri.
Per questo motivo Lu Yang ha deciso di riprendere questo tema creando una serie di nimbus da indossare, presentndoli come un’installazione interattiva per persone di qualsiasi credo religioso e nazionalità.
Quello che l’artista auspica è una riflessione sui simboli della saggezza e dell’autorità e la devozione loro prestata, e si chiede se alcuni simboli comuni soltanto ad alcuni paesi non possano diventare immagini simboliche e ricche di significato a livello globale.

Wrathful King Kong Core

Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia
Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia, diversi schermi proiettano Wrathful King Kong Core

Sempre di Lu Yang è anche l’opera “Wrathful King Kong Core” (qui il link al video caricato su Vimeo), un video HD realizzato nel 2011 della durata di 14 minuti e 48 secondi, nel quale sceglie di utilizzare la teoria scientifica contemporanea e la tecnologia più all’avanguardia per analizzare il Dio più potente e vendicativo del Buddismo Tibetano: Vajrabhalrara, mixando in modo divertente ed anticonvenzionale la cosmologia religiosa Buddista con la scienza occidentale. Il sottofondo musicale dell’opera, udibile con difficoltà all’interno del padiglione, è del rinomato musicista rumorista Cinese Yao Dajuin, che è stato anche insegnante di Lu Yun. Buona parte della musica di sottofondo riprende molto da vicino i canti dei Lama Tibetani, e suona come un continuo, ininterrotto “ohm” universale. Yao Dajun ha utilizzato la tecnologia digitale per rafforzare ed amplificare il suono, che risulta quindi, anch’esso creato da un mix di tecnologia occidentale e tradizione religiosa Buddhista.

Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia
Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia: nella foto un dettaglio del video “Wrathful King Kong core”

Di questa sua opera l’artista stessa dichiara: “Questo progetto è piuttosto vecchio. Mi occorre sempre molto tempo per realizzare le mie creazioni, la mia capacità di creare non riesce a stare al passo con le mie idee. Inizialmente, avevo immaginato di creare quest’opera nel 2008 circa, invece, mi ci sono voluti 3 anni per realizzarla.

Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia 4
Lu Yang nel padiglione Cinese della Biennale di Venezia – Nell’immagine, un fotogramma dell’installazione “Wrathful King Kong Core”

Nel 2008 ero piuttosto ossessionata dalle scienze neurologiche, e leggevo moltissimo a riguardo, quando iniziai a leggere una sezione relativa all’amigdala, ho subito avuto una visione dell’amigdala dissezionata del Dio dell’ira. […] Le emozioni sono reazioni psicologiche e fisiologiche a stimoli che vengono dall’esterno. La rabbia è sicuramente un’emozione negativa. Quello che mi interessa è capire quali azioni di riflesso emergono dalla struttura fisiologica del corpo umano. Nonostante l’idea che i corpi umani siano meri “corpi di riflessi” sia piuttosto estrema, è lecito domandarsi perché “Dio” abbia prodotto delle creature così meccaniciste. Se la razza umana  ha commesso il peccato originale, quali sono le fonti di avidità, rabbia, odio, infermità mentale?  Se la struttura neurologica del cervello umano fosse stata un po’ meno sviluppata, “peccare” potrebbe essere evitato? Mi chiedo come noi, in qualità di creature organiche viventi, dovremmo vivere in questo genere di sistema naturale, e come potremmo accettarne il controllo. Se la fonte della sofferenza è il desiderio, perché noi abbiamo desideri?” (Tratto da: The body at Stake: Experiments in Chinese Contemporary Art and Theatre” a cura di Jörg Huber e Zhao Chuan, 2013, transcript Verlag Editore – traduzione di cinesespresso.com).

Nel prossimo articolo: gli altri artisti nel padiglione della Cina.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.