Prima del credito sociale cinese

Come ti sentiresti se sapessi che tutto ciò che fai, le esperienze che vivi ed i tuoi comportamenti sono monitorati e valutati da chi ti governa? E che poi attribuisce loro un punteggio in base al quale avrai accesso o meno a determinati servizi? In questo, nei precedenti posts (qui e qui) e nei prossimi, troverai un dossier interamente dedicato all’argomento: la creazione e l’implementazione di un sistema di credito sociale in Cina.

Immagine di Tumisu via Pixabay

Prima del credito sociale cinese: l’unità di lavoro

Il sistema di credito sociale trae origine sia dalle pratiche di polizia che da quelle di gestione del lavoro. Durante il governo di Mao Zedong, l’unità di lavoro (单位dān wèi) era il principale intermediario tra l’individuo e il Partito Comunista Cinese.

Il concetto di unità di lavoro, in quanto tale, deriva dalla scienza sociale hegeliana e soprattutto, comportamentista.

In passato, il partito faceva particolarmente affidamento su un sistema chiamato 档案 “dàng’àn” o file personale, archivio personale – milioni di dossier sui cittadini pieni di informazioni personali che vanno dalle note e punizioni disciplinari ricevute alle scuole superiori alle osservazioni fatte dai colleghi. Durante l’era maoista, questi fascicoli venivano consultati dai funzionari dell’unità di lavoro mentre prendevano decisioni sui principali eventi della vita di coloro che erano sotto il loro controllo.

Il governo della Cina moderna ha quindi mantenuto sistemi di racconta di dati su individui e famiglie mediante documenti cartacei, come i sistemi dàng’àn (档案) e hùkǒu (户口), ma che non sono mai stati in grado di fornire riscontri rapidi, a causa della difficoltà di aggregare documenti cartacei per analisi veloci e precise.

Il nuovo sistema di punteggio sociale dovrebbe portare il sistema dàng’àn a nuovi livelli di sorveglianza mediante l’uso di tecnologie avanzate, perché, fondamentalmente, si tratta di uno strumento che combina tecniche di analisi dei big data con raccolta di dati pervasiva allo scopo di stimolare alcuni comportamenti e disincentivarne altri.

Prima del credito sociale cinese: il controllo del web

Il sistema di credito sociale ha avuto origine anche dalla gestione sociale online, una politica implementata per la prima volta tra il 2001 ed il 2002 (durante il governo del leader supremo Jiang Zemin) in località specifiche della Cina continentale. Basti pensare alla ferrea censura Cinese, che non concede a società quali “Google” oppure “Facebook” di operare nel territorio nazionale.

Nella sua prima fase, il web era un sistema per una comunicazione più efficace tra gli uffici di pubblica sicurezza. In pochi anni, il sistema si è adattato per essere utilizzato nella distribuzione di servizi sociali. La gestione della rete ha fornito alle autorità non solo una maggiore consapevolezza della situazione delle masse, ma ha anche migliorato il tracciamento e il monitoraggio degli individui.

La rivoluzione culturale alla base della mancanza di fiducia

Nel 2018, il sociologo Zhang Lifan ha spiegato che la società cinese ancora oggi è carente di fiducia. Le persone spesso si aspettano di essere ingannate o di finire nei guai anche se innocenti. Questa mancanza di fiducia è dovuta senza dubbio alla Rivoluzione Culturale. Durante quel periodo amici e familiari sono stati deliberatamente l’uno contro l’altro. Inoltre, essere criticati significava essere giudicati e potenzialmente deportati oppure condannati a morte senza un processo, nemmeno sommario. Non solo gli oppositori politici, ma anche i liberi pensatori e tutti coloro che non erano funzionali al regime rischiavano la deportazione oppure l’esecuzione.

La situazione prima del credito sociale è quella di una comunità di individui sospettosi, che non si fidano l’uno dell’altra. Lo scopo dichiarato del sistema di credito sociale è aiutare i cinesi a fidarsi di nuovo l’uno dell’altro con l’obiettivo di “regolare il comportamento pubblico”.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.