TONI
Il cinese è una lingua tonale, ogni sillaba è caratterizzata da un tono, ovvero da una variazione melodica della voce ciò significa che in aggiunta al suono delle consonanti e vocali di cui una sillaba è composta, anche il tono con il quale questa viene pronunciata contribuisce a determinarne il significato. Questa caratteristica peculiare complica notevolmente la lingua parlata, infatti, mentre in italiano il tono ha solo un valore espressivo, in cinese ha un valore distintivo: una parola pronunciata con toni diversi ha diversi significati. I toni si definiscono come fonemici, ovvero possono servire per differenziare il significato di due parole che si pronunciano con la stessa sillaba. Nel cinese standard esistono quattro toni accentati ed in più vige la possibilità di non accentare le sillabe, in tal modo si viene a creare un quinto tono, con la caratteristica della neutralità. Di fatto esistono quindi cinque toni in cinese: quattro accentati ed uno neutro.
Una curiosità: alcuni sistemi tonali più complessi, parte delle lingue sino tibetane, arrivano fino ad otto o più toni (come nel caso del cantonese).
CLASSIFICATORI
Un’altra caratteristica dei linguaggi isolanti è l’utilizzo dei cosiddetti contatori, che svolgono la funzione di identificare la classe a cui appartiene il nome. Sono usati principalmente con i numeri e altri quantificatori. Anche in italiano sono a volte presenti, come nei casi: “una risma di carta” – “una cassetta di mele” – “un mazzo di fiori”. La caratteristica del cinese è che OGNI SINGOLO NOME, salvo pochissime rare eccezioni, viene anticipato dal corrispettivo classificatore. Il classificatore sta tra l’aggettivo numerale, oppure il dimostrativo ed il nome stesso.
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