Un secolo di storia del PCC

Il 23 luglio 2021 il Partito Comunista Cinese ha ufficialmente attraversato un secolo di storia della Cina e del mondo intero.

Negli ultimi 100 anni, il PCC ha sempre dichiarato di voler aderire alle intenzioni dei padri fondatori, con la missione originale di creare felicità per il popolo cinese.


Il logo del 100° anniversario del Partito Comunista Cinese nell’Ufficio delle Tasse della città di Fuding. immagine di: 彩色琪子, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

Un bilancio in positivo

Dal 1978, anno della politica della porta aperta di Deng Xiaoping, la nazione cinese ha inaugurato una stagione di crescita, arricchimento e rafforzamento. Il PCC è riuscito a creare un grande miracolo nella storia dello sviluppo della nazione cinese. L’economia della Cina, infatti, è cresciuta di 170 volte. La crescita economica del paese è stata ordinata e costante. La nazione cinese ed è stata capace di far uscire dalla soglia di povertà circa 600 milioni di persone.

Nell’arco del suo secolo di storia, il partito comunista cinese ha unito e guidato il popolo cinese. Gli obiettivi che il partito si diede fin da subito sono stati: in primis la lotta per raggiungere l’indipendenza nazionale e la liberazione del popolo dal sistema imperiale, poi, in seconda battuta, la prosperità del paese ed il benessere del popolo.

Il PCC è effettivamente stato capace di portare avanti un piano di sviluppo della nazione di impressionante portata, ingegnerizzando ogni processo e, con molte luci ed altrettante ombre, ha delineato un progresso eccezionale della società cinese.

Le decisioni del 18° Congresso Nazionale

Dal 18° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, il Comitato Centrale del Partito, guidato dal compagno Xi Jinping, ha insistito per mettere il popolo al centro di ogni scelta politica, coordinando e portando avanti in maniera strutturata la lotta contro la povertà, con l’intenzione di costruire una società benestante sotto ogni aspetto. L’intero partito ha inoltre tenuto alta la grande bandiera del socialismo con caratteristiche cinesi.

La società stessa si è evoluta raggiungendo risultati storici e ha iniziato un nuovo viaggio per costruire un moderno paese socialista di rilevanza globale.

I punti deboli delle politiche del PCC

Tuttavia, i punti deboli di questa società socialista con caratteristiche cinesi esistono e sono ben evidenti.

Prima fra tutte è la mancanza di uno stato di diritto in Cina, che colpisce tutti e lascia persone che hanno commesso crimini terribili impunite. (Per approfondire, puoi leggere il dossier dedicato al punteggio sociale in Cina). Per quanto la Cina moderna si stia spostando verso un sistema di diritto sempre più rigido, gli ambienti locali erano molto diversi solo mezzo secolo fa.

Durante la decennale Rivoluzione Culturale iniziata alla fine degli anni Sessanta, la parola di Mao era legge, come quella degli imperatori che lo hanno preceduto. Anche più tardi, indicativamente a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, il caos dell’era di Mao era finito. Tuttavia, le leggi, le politiche e le regole rimanevano comunque soggette a cambiamenti, spesso e volentieri arbitrari, inspiegabili o improvvisi.

Un piano non tiene il passo del cambiamento

C’era un’espressione comune in Cina a quel tempo: 计划赶不上变化 (jìhuà găn bù shàng biànhuà) che significa: un piano non può tenere il passo del cambiamento. Vale a dire che l’incertezza e il rischio che derivavano dal prendere iniziative, portavano necessariamente ad alti rischi e costi sociali.

In secondo luogo, la disuguaglianza reddituale in Cina continua a crescere. Sebbene tale divario non sia direttamente imputabile alla gestione politica della nazione, diverse aree (specialmente quelle rurali) sono rimaste fisiologicamente indietro. Il che è dipeso prevalentemente dalla rapidissima crescita che ha vissuto il paese.

Effetti della politica del figlio unico

In ultimo, persistono ancora gli effetti che “la politica del figlio unico” ha avuto sulla società cinese.

Si stima infatti che entro il 2030 un terzo dei cinesi avrà oltre 60 anni, età in cui si ritireranno dalla vita lavorativa. La situazione rappresenta un serio pericolo per la sostenibilità del sistema di welfare, già di per sé molto fragile. Inoltre, nascono sempre meno bambini, perché il mantenimento e l’educazione dei figli sono estremamente costosi, per cui molte coppie, in cui entrambi i partner lavorano, scelgono di rimanere tali. È stato coniato un termine per descrivere propriamente questa forma di famiglia: DINC – Double Income No Kid.

Quello che la politica è chiamata a fare, in questo caso, è l’avvio di una stagione di riforme in grado di ridurre il tema dell’incertezza sul futuro economico delle famiglie, specialmente nella fase del fine-vita.

È quindi evidente che già dall’inizio del suo secondo secolo di storia, il partito comunista cinese dovrà essere in grado di riuscire a vincere molte sfide.

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Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.