Questa è l’ultima settimana per avere l’occasione di vedere “Libero”, la mostra di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi, Firenze, che chiuderà infatti, il 22 Gennaio 2017. L’evento ha una particolare rilevanza perché l’artista espone in Italia per la prima volta.
L’artista protagonista: Ai Weiwei
Ai Weiwei è un poliedrico artista e designer contemporaneo nato in Cina, a Pechino, nell’Agosto del 1957 e diplomato all’accademia del Cinema di Pechino.
Ai Weiwei si trasferisce nel 1981 negli Stati Uniti, a New York, dove prende il via la sua carriera di artista. Ai, oltre ad essere un artista di fama mondiale, è anche fortemente impegnato nel sociale ed è un attivista per la tutela della libertà di espressione, dei diritti civili e dei diritti umani in Cina, una scelta che gli ha provocato non poche difficoltà: il suo blog, nel quale trattava diversi temi, tra cui quelli sociali che gli stavano più a cuore, è stato chiuso nel 2009, il suo studio a Shanghai è stato demolito nel 2010, è stato condannato per evasione fiscale nel 2012 e, durante il 2011, è anche stato detenuto in una località segreta dalle autorità Cinesi per 81 giorni. Quando è stato rilasciato, Ai Weiwei è stato operato alla testa per i gravi danni subiti durante la detenzione.
Nel 2015, l’artista viene proclamato Ambasciatore di Amnesty International, e riceve il premio “International Ambassador of Concience Award” con una cerimonia ufficiale a Berlino.
La mostra di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi nel dettaglio
La mostra di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi, a cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, racconta tramite installazioni, sculture, video, fotografie ed altri oggetti-simbolo, il percorso dell’artista e rende lo spettatore partecipe della sua storia, fatta di ricerca, profonda connessione con il suo paese natale, la Cina, ed allo stesso tempo forte ribellione dai rigidi dettami imposti dalle autorità.
Ai Weiwei ha portato in Italia più di 60 tra opere storiche e nuove produzioni, e questa retrospettiva ha attirato l’attenzione dei media per diverse ragioni: innanzitutto già dall’esterno di Palazzo Strozzi si può capire che qualcosa di particolare si sta sviluppando al suo interno per via dell’opera intitolata “Reframe”: una maxi installazione composta da ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni, apposti sopra le finestre del piano nobile del palazzo, sulle due facciate di Via Strozzi e Piazza Strozzi.
Lo scopo dell’artista, personalmente impegnato come attivista sul fronte della crisi umanitaria dei rifugiati, è quello di attirare l’attenzione sulla questione dei profughi, che tutti i giorni rischiano la vita su mezzi di fortuna, in balia del mare, per cercare opportunità e nuove speranze in Europa e per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Proprio a seguito di questa forte connotazione umanitaria e politicamente impegnata, la mostra è stata sotto i riflettori anche la settimana scorsa, il palazzo è infatti stato occupato da diversi profughi, come segno di protesta, dopo il rogo scoppiato nel capannone-dormitorio di Sesto Fiorentino. I migranti hanno scelto Palazzo Strozzi perché considerano l’artista una persona autorevole per dare una voce alla loro protesta, e lui non li ha delusi, prendendo una netta posizione contro i fatti di Sesto Fiorentino, definiti vergognosi, e lanciando un appello all’Europa intera perché tuteli maggiormente tutti i migranti.
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