Misure di contrasto al rallentamento dell’economia

La Cina potrebbe trovarsi ad affrontare un periodo prolungato di rallentamento dell'economia e minore crescita, dopo 45 anni di rapida espansione.
Rodrigo.Argenton, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

Indebolimento della domanda

Relativamente al fenomeno del rallentamento dell’economia in Cina, il fattore che pesa più di tutti è l’indebolimento della domanda interna. La seconda economia mondiale è cresciuta a un ritmo debole nel secondo trimestre del 2023, spingendo i principali leader a promettere ulteriore sostegno politico e gli analisti a rivedere al ribasso le loro previsioni di crescita per l’anno. Il partito di governo è intervenuto dopo che l’economia è cresciuta solo dello 0,8% nei tre mesi terminati a giugno 2023 rispetto al trimestre precedente, in calo rispetto al 2,2% di gennaio-marzo. Ciò equivale a un tasso annuo del 3,2%, tra i più deboli della Cina da decenni. (fonte: CNBC)

Stimoli fiscali finora messi in campo

Per valutare l’efficacia delle misure di stimolo fiscale attuate dal governo cinese fino ad ora per contrastare il rallentamento dell’economia interna, bisogna tenere in considerazione alcuni fattori, sia positivi che negativi. Tra i punti di forza si possono annoverare i seguenti:

1. La politica ha garantito stabilità negli anni precedenti e durante la pandemia mantenendo stabile il prezzo dei beni.

2. La Cina ha rappresentato un notevole fattore di stabilizzazione per il prezzo dei beni, poiché il costo delle materie prime e l’inflazione nei paesi sviluppati sono aumentati notevolmente durante la pandemia.

3. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) cinese è aumentato solo dello 0,9% su base annua nel gennaio 2022, mantenendo una crescita media dell’indice del 2,1% dal 2018.

4. La politica ha consentito alla Cina di mantenere stabile il tasso di cambio del renminbi, nonostante le turbolenze sui mercati finanziari internazionali.

5. La prudente politica monetaria ha consentito alla Banca popolare cinese di essere più flessibile e precisa nel suo approccio agli stimoli economici, iniettando liquidità nelle aree che ne hanno più bisogno.

6. Bloomberg stima che lo stimolo totale promesso dalla Cina per il 2022 ammonti a 35,5 trilioni di RMB (5,3 trilioni di dollari USA), indicando che il governo potrebbe avere ancora spazio per allentare ulteriormente la politica monetaria ed espandere le misure fiscali.

7. Il governo ha accennato alla possibilità di ulteriori tagli al coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) e ai tassi di prestito.

Tra i punti deboli, appare oramai chiaro, visti i dati del secondo trimestre 2023, che la Cina non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di crescita del 5,5%. Sembra che siano necessari maggiori stimoli per contrastare il rallentamento dell’economia cinese, principalmente diretti alle imprese e ai consumatori. Ma il governo esita a farlo. Oltre a questo, rimane senza dubbio necessario valutare costantemente l’efficacia delle misure attuali e adeguarle di conseguenza.

Le considerazioni del governo

Il prolungato rallentamento dell’economia cinese quest’anno si verifica in un contesto di indebolimento della domanda sia interna che globale, di una crisi immobiliare e di una crescente disoccupazione. I leader al potere hanno promesso maggiore sostegno agli imprenditori privati in difficoltà e hanno chiesto maggiori investimenti esteri, ma la fiducia nel governo rimane bassa. Oltre a queste promesse, le intenzioni delle autorità cinesi non sono ancora chiare. Pechino dovrebbe fornire maggiore chiarezza su una legislazione ambigua, che, come ultimo colpo inferto al settore privato, ha emanato una radicale legge anti-spionaggio, la quale ha, a sua volta, intaccato la fiducia delle imprese straniere. Inoltre, non è sicuro se ci sarà una forte spinta sulla spesa pubblica per sostenere attivamente l’economia, come avvenuto nelle crisi del passato, grazie al (o a causa del – dipende dai punti di vista) ruolo dominante dello Stato nell’economia cinese.

Spesa pubblica e debito, due facce della stessa medaglia

La Cina non ha ancora mostrato la propria capacità di effettuare spesa pubblica ma tantomeno ci si aspetta un forte stimolo economico alimentato dalla spesa pubblica. Questo perché le amministrazioni locali sono coperte di debiti. Nel secondo trimestre 2023, l’aumento dei livelli di debito dei Veicoli di Finanziamento del Governo Locale (abbreviato in VFGL, vale a dire società di investimento di proprietà dei governi locali che finanziano infrastrutture e costruzioni edili prendendo in prestito denaro da banche e privati, emettendo, in cambio, titoli di debito – obbligazioni) e l’assenza di uno sforzo concreto da parte del governo per affrontare il problema sono le aree più critiche da tenere d’occhio nel determinare il percorso della Cina verso la ripresa della spesa pubblica.

Veicoli di Finanziamento del Governo Locale

Solo il 20% circa dei Veicoli di Finanziamento del Governo Locale dispone di riserve di liquidità sufficienti per far fronte ai propri obblighi di debito a breve termine e coprire i pagamenti degli interessi. Il rischio di insolvenza delle VFGL sulle obbligazioni societarie quotate in borsa è in aumento. Alcuni governi locali stanno cominciando a lanciare campanelli d’allarme. Per esempio, alcuni funzionari di Hohhot (Mongolia Interna) e Guiyang (Guizhou) hanno apertamente dichiarato che i livelli di debito di quelle città sono insostenibili. È probabile che altre località seguiranno con richieste di aiuto. Un piano a livello centrale per affrontare il debito VFGL deve ancora essere implementato. Pechino si trova ora di fronte a una scelta: collocare lo stato, il governo locale e le aziende private su un terreno di gioco più paritario, compreso il rischio di default, o rafforzare lo status speciale delle aziende statali e del governo locale, ma a costo di indebitarsi ancora di più.

Prospettive economiche future

L’economia cinese potrebbe trovarsi ad affrontare un periodo prolungato di rallentamento dell’economia e minore crescita, una prospettiva che potrebbe avere conseguenze globali dopo 45 anni di rapida espansione e globalizzazione. D’altronde, è logico che per uscire da un’economia alimentata da un eccesso di debito non sia una buona idea ricorrere ad altro debito. Il modo per superare l’eccesso di debito non è quello di stampare altro debito. Nel frattempo, la fiducia delle imprese straniere è traballante, a seguito delle incursioni nelle società di due diligence e di consulenza all’inizio di quest’anno. Senza contare che agli investitori stranieri sono state da tempo promesse riforme al sistema finanziario che migliorerebbero le condizioni di credito delle imprese private e incoraggerebbero gli investimenti del settore privato, con scarsa attuazione. Le imprese statali ed i VFGL possiedono ancora garanzie implicite che distorcono l’allocazione del credito a loro favore. Il settore privato cinese rimane segnato dalla stretta normativa e dalla debole crescita economica. Sebbene Pechino abbia promesso di migliorare la situazione, il settore privato cinese rimane debole. Gli investimenti totali tra le imprese private sono diminuiti dello 0,2% nella prima metà del 2023, mentre gli investimenti in immobilizzazioni statali sono cresciuti finora dell’8,1% quest’anno. Modificare gli incentivi nel settore finanziario verso i prestiti alle imprese private (ad esempio abbandonando l’affidamento esclusivo sulle immobilizzazioni come garanzia) sarebbe un passo significativo per ridurre il perenne favoritismo nei confronti delle imprese statali.

Per approfondire:

Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.