Come abbiamo visto, la Cina ha celebrato l’entrata dell’Italia nel progetto “Belt and Road” come una grandissima vittoria, sia diplomatica che politica, ma di certo non per via della reputazione Italiana a livello internazionale. La situazione italiana vista dalla Cina è quella di un paese in crisi, indebitato e debole.
La stampa Cinese sa fare un’analisi oserei dire “dolorosamente” precisa sullo stato di salute attuale del nostro paese. Vediamo cosa dicono:
La situazione Italiana vista dalla Cina
Baike Baidu parla dell’Italia come di uno stato che fatica a rialzarsi: “Anche se l’Italia è stata a lungo conosciuta come uno tra i primi paesi capitalisti, ed anche se fa ancora parte del G7, è la peggiore tra gli stati del gruppo a cui appartiene. Soprattutto negli ultimi anni, con lo scoppio della crisi del debito europeo e l’impatto dei rifugiati, la situazione economica e previdenziale in Italia si è gravemente deteriorata ed è diventata uno dei cosiddetti “quattro PIGS”.
Gli Stati Uniti sempre più lontani
In questa situazione l’Italia avrebbe urgente bisogno di supporto esterno. Solitamente, gli Stati Uniti e l’Europa, tradizionali alleati dell’Italia, sono i primi partner naturali del paese.
Tuttavia, né gli Stati Uniti né l’Europa possono soddisfare le richieste dell’Italia, perché non si sono ancora ripresi dalla grave crisi finanziaria che ha coinvolto tutto l’Occidente.
Inoltre, con l’ascesa al potere di Donald Trump, gli Stati Uniti hanno iniziato un processo di cambiamento strategico di ampia portata.
Gli obbiettivi sono ora quelli di difendere con vigore i propri interessi commerciali per favorire il ritorno di capitali dall’estero e difendere le proprie posizioni di potere.
L’obiettivo Statunitense non è solo quello di imporre termini di scambio più stringenti per l’Europa. I maggiori obiettivi sono di trovare modi per aumentare i dazi alle importazioni e proteggere la produzione industriale interna. L’Italia, date le circostanze, deve quindi sopportare maggiori restrizioni.
La crisi del debito Europeo
L’Italia ha in passato ridotto senza scrupoli le imposizioni fiscali anche se mancavano palesemente le entrate fiscali per supportare queste politiche. Tali scelte hanno fatto sì che lo stato mantenesse un livello di benessere artificialmente alto, che ha poi portato alla crisi del debito sovrano.
Quindi, l’Europa, Germania in primis, pur tentando di aiutare l’Italia, ha dovuto imporre pesanti restrizioni alle finanze Italiane, con conseguenti vincoli alla sovranità fiscale Italiana, forzandoli ad abbandonare il metodo tradizionale di indebitarsi al di sopra delle possibilità della nazione.
Questo è stato ed è tuttora molto difficile da accettare per l’Italia. Non è ragionevole pensare che un popolo che ha assaporato benessere e ricchezza sia disposto a stringere la cinghia e vivere peggio di come viveva prima. Gli Italiani, quindi, non sono certamente felici di tali imposizioni.
Tuttavia, l’atteggiamento dell’UE è molto determinato: tutti gli stati membri sono concordi nel non concedere ulteriori crediti al paese.
Le nuove prospettive offerte dalla Cina
Viste le premesse, l’Italia, che vuole continuare a mantenere un livello di qualità della vita immutato per i propri abitanti, può solo sperare nell’aiuto di altri paesi. Tra questi, la Cina è un partner molto interessante.
Dopo decenni di sviluppo, la Cina si è assicurata il ruolo di seconda più grande potenza mondiale. Il suo PIL è di 13 trilioni di dollari USA all’anno. Certo, la Cina non può finanziare l’Italia, ma l’enorme mercato cinese offre abbastanza prospettive di crescita per l’Italia.
Produzioni industriali a confronto
La cosa più importante è che i settori industriali sino-italiani sono abbastanza complementari. La Cina è, infatti, la fabbrica del mondo e la produzione industriale è il fondamento del suo successo. Questa caratteristica la mette automaticamente in concorrenza con le potenze produttive mondiali.
Gli stati a forte produzione industriale si preoccupano che la Cina possa distruggere il mercato interno. Le conseguenze sarebbero la chiusura delle aziende locali, che metterebbe a repentaglio posti di lavoro e capacità produttiva futura.
L’Italia non ha questa preoccupazione, perché è fondamentalmente il paese industrializzato con la peggiore produzione industriale in Europa. Tra i marchi manifatturieri italiani, le aziende si sono sostanzialmente ritirati dal mercato mainstream internazionale. Le uniche eccezioni sono le auto di lusso, capeggiate dalle prestigiose Ferrari e Maserati.
Ricapitolando, dunque, la situazione Italiana vista dalla Cina è quella di un paese in difficoltà e con pochi capitali. Questo ci rende, automaticamente, un paese appetibile per gli investimenti Cinesi.
Siamo diventati terra di conquista.
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