Obiettivi del CAI

I maggiori obiettivi fissati dal CAI, Comprehensive Agreement on Investments, sono tre - Foto di Gerd Altmann da Pixabay
I maggiori obiettivi fissati dal CAI, Comprehensive Agreement on Investments, sono tre – Foto di Gerd Altmann da Pixabay

I tre principali obiettivi del CAI

Gli obiettivi principali dichiarati dalla Commissione per la sottoscrizione di un accordo tra Cina ed Unione Europea sono principalmente tre:

  • Un maggiore accesso al mercato Cinese per le imprese europee.
  • La creazione di pari diritti e opportunità per le imprese europee nei confronti delle entità cinesi.
  • Una migliore protezione degli investimenti dell’Unione Europea in Cina.

In questa cornice, Il Comprehensive Agreement on Investments (CAI) promette di contribuire a una maggiore parità di condizioni per le imprese europee sul mercato cinese, di favorire la trasparenza (compresa la rivelazione dei nomi delle imprese percettrici di sussidi pubblici), la protezione degli investitori contro l’espropriazione tecnologica, l’attuazione di strategie per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati nell’accordo di Parigi e, non da ultimo, gli sforzi “di propria iniziativa” per muoversi verso il rispetto delle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).

Obiettivi per il settore dei servizi

Nel quadro del CAI, la Cina ha approvato alcune interessanti concessioni per l’accesso ai settori industriali e dei servizi. I quadri direttivi della Repubblica Popolare Cinese hanno formalmente dichiarato che si stanno impegnando a investire nei servizi, in particolare nei servizi finanziari, nei servizi immobiliari, nei servizi ambientali, nei servizi informatici, nei servizi di costruzione, nel trasporto aereo ausiliario, nei servizi legati al trasporto aereo (sistemi telematici di prenotazione), nei servizi di trasporto marittimo internazionale, nelle telecomunicazioni (servizi cloud) e nella sanità privata. Per cui, per tutte le aziende Europee attive nei settori sopra citati, l’accordo consentirebbe loro di accedere al vasto mercato Cinese incontrando minori restrizioni rispetto al passato.

Obiettivi per il settore manifatturiero

Per quanto riguarda i settori diversi dai servizi, la Cina ha assunto impegni significativi nel settore manifatturiero, che rappresenta oltre la metà degli investimenti totali dell’UE in Cina, di cui il 28% per il settore automobilistico e il 22% per i materiali di base. Inoltre, lo stato eliminerà le restrizioni sugli investimenti esteri, come l’obbligo per le aziende straniere operanti in Cina di creare Joint Ventures con al minimo il 50% della proprietà aziendale in mano ad un investitore cinese. Questa liberalizzazione era già prevista nella legge cinese sugli investimenti esteri del 2020, con la legge sugli investimenti esteri (FIL), che ha previsto la rimozione dei requisiti per le Joint Ventures nei suoi settori finanziario e sanitario. La Cina ha inoltre consentito il 50% di proprietà straniera nei servizi cloud dal 2019 ed ha iniziato a liberalizzare gli investimenti senza JV per i veicoli elettrici e ibridi nel 2018. Sotto questo punto di vista, quindi, le nuove regole riflettono in larga misura le decisioni già prese in precedenza nel quadro dei negoziati di altri accordi interstatali.

Finalizzazione dell’accordo

Entrambe le parti stanno ora lavorando per finalizzare il testo dell’accordo, che dovrà essere legalmente rivisto e tradotto prima di poter essere sottoposto all’approvazione del Consiglio dell’UE e alla ratifica. Il processo di firma e ratifica del CAI potrebbe essere problematico viste le controversie in merito all’Accordo, le quali riguardano principalmente il suo significato politico ma anche la sua efficacia relativamente all’accesso al mercato cinese, la parità di condizioni tra le parti e tra i membri dell’UE oltre che l’attuazione delle disposizioni in materia di sviluppo sostenibile. Si spera infatti che la sottoscrizione dell’accordo non deve implicare la cessazione delle critiche agli abusi dei diritti umani da parte della Cina e alle violazioni dei trattati internazionali. Il nocciolo del problema, ad ogni modo, è che, certamente, per la maggior parte dei settori di servizi coperti dal CAI non si applicano riserve per quanto riguarda l’accesso al mercato. Tuttavia, si applicano diverse riserve in merito al trattamento nazionale. In aggiunta, la maggior parte degli impegni cinesi in materia di accesso al mercato contenuti nel CAI non crea nuove opportunità di investimento per le imprese dell’UE in Cina, in quanto sostanzialmente codificano gli impegni unilaterali esistenti o previsti in materia di accesso al mercato ai sensi della sua recente legge sugli investimenti esteri (FIL). In aggiunta, i negoziati sulla protezione degli investimenti non sono ancora conclusi, ma procedono separatamente. L’Accordo comprensivo sugli investimenti impegna entrambe le parti a cercare di completare i negoziati sulla protezione degli investimenti entro due anni dalla firma del CAI, ma non le vincola a standard di protezione e un meccanismo di risoluzione delle controversie in materia di investimenti. In ogni caso, l’obiettivo dell’Unione Europea resta quello di sostituire gli attuali trattati bilaterali sugli investimenti degli Stati membri con la Cina con un unico accordo modernizzato a livello di tutta la comunità Europea.

Pubblicato da cinesespresso

Amante della Cina e di tutto quello che la riguarda dal 2005.